Stabilizzare il Mare Padano, renderlo di nuovo abitabile. Per questo ci hanno create. Gli umani ci hanno dato orgoglio e vergogna per diventare perfette. Ma allora perché non ci hanno dato la paura?
Eri è una Stabilizzante, un’intelligenza artificiale come altre sul gigantesco Motopontone che naviga per il Mare Padano. Gli umani, unica specie sopravvissuta al collasso climatico, le hanno create secoli prima, con lo scopo di ripulire il mare dal Bitume. Programmate con le emozioni che le spronano a lavorare in modo sempre più efficiente, ognuna di loro sogna di diventare perfetta e guadagnare un posto al fianco dei loro creatori.
La quiete eterna del loro sacro compito viene interrotta da quattro uccelli sorvolano un mare piatto che dovrebbe essere privo di vita. Nessuna sa come reagire in modo adeguato a questo evento. Nessuna di loro prova paura, nemmeno quando sono in pericolo. Perché gli umani non gliel’hanno data? E, soprattutto, perché i loro creatori possono essere raggiunti solo dalle Stabilizzanti che diventano perfette?
Acquistabile su Delos
La mia opinione:
Pur essendo un racconto breve "Il tempo delle stabilizzanti" è ricco di spunti per riflessioni e discussioni.
Trattandosi di un'opera dystopica si penserebbe che l'argomento ambientalista sia quello principale ma, pur essendo interessante ed originale ho avuto l'impressione che non fosse quello che l'autore volesse mettere di più in mostra. Come dice il detto "le strade dell'Inferno sono lastricate di buone intenzioni" e gli umani per migliorare le proprie condizioni hanno distrutto tutto e poi si scoprirà che anche il rimedio creato risulta essere assolutamente inutile; per più di mille anni le stabilizzanti hanno lavorato per ripristinare l'ecositema del mare adriatico finchè iniziano le prime ribellioni.
La prima parte ricorda una classica questione religiosa: dio o gli dei hanno imposto delle regole di vita e dei compiti ed il premio è di essere ammessi alla loro vista, ma quando passano i secoli in assenza della loro presenza iniziano a sorgere i dubbi e soprattutto il proprio benessere diventa prioriatrio. Perchè continuare un compito di cui non si vede la necessità e non pensare piuttosto a quello che si può fare per se stessi? Il protagonista si chiede perchè non gli hanno dato la paura ma in realtà, anche se involontariamente, gli hanno passato qualcos'altro forse più insito nell'essere umano: la rabbia e la violenza che ne consegue. La ribellione sembra potersi sfogare solo con la distruzione dei macchinari e del lavoro che stavano facendo, così come sembra che chi continua a credere negli uomini, cioè nei suoi dei, trovi naturali difenderli fino ad arrivare ad uccidere i suoi colleghi ribelli.
Nella seconda parte, quando Eri diventa "perfetta", la questione diventa sociologica con due questioni: prima il confronto fra sfruttatori e sfruttati e poi quello sulla non "riconoscibilità" dei diversi visti come oggetti senza nessun diritto da maltrattare e picchiare senza nessun rimpianto. In questa parte ho respirato le stesse sensazioni che ho provato leggendo alcuni racconti di Domenico Gallo raccolti in "La patria del ribelle e altri racconti degli anni Duemila": la giusta ribellione ai sopprusi, ai maltrattamenti, sfocia sempre nella violenza, nella distruzione indiscrimanata dell'altro; e così se ci si sente discriminati l'unica soluzione che si vede è quella di distruggere quello che a propria volta si vede come diverso e non si cerca la convivenza con gli svariati livelli di grigi di mentalità ma solo ad eliminare chi la pensa diversamente, come insegnano tutti i conflitti che anche in questi tempi insanguinano la nostra terra dove pochi cercano di risolverla trovando dei compromessi ma la maggioranza pensa soltanto ad accusare una parte e a difendere a spada tratta l'altra.
Forse Eri invece di preoccuparsi del perchè non gli è stata insegnata la paura avrebbe dovuto chiedersi perchè non gli hanno insegnato l'amore ma evidentemente per l'uomo è un sentimento difficile da gestire: purtroppo i Gandhi, i Martin Luther King, i Mandela non fanno proseliti e il loro esempio viene osannato da tanti ma seguito da pochi.
Un'ultima considerazione: se vedete un vostro amico che lava e cura con maniacale attenzione la sua macchina e lo vedete anche parlare con lei non predentelo in giro, anzi visto che le prossime auto saranno sicuramente equipaggiate con IA vi consiglio di comportarvi nello stesso modo e probabilmente otterrete da loro delle prestazioni migliori o comunque sarà più difficile che cerchino di uccidervi.
|