La Belle Époque non è mai finita, la Prima guerra mondiale non è avvenuta. E la causa di tutto ciò è la venuta di essere di un altro mondo.
I Marziani sono venuti sulla Terra.
Non l'hanno invasa, non hanno ucciso nessuno né distrutto alcunché. Ma non hanno portato neppure conoscenza, risorse o amicizia. Vengono, osservano, non interagiscono.
Un effetto positivo la loro venuta però l'ha avuto: nel 1914 non è esplosa la Prima Guerra Mondiale, anzi le potenze del mondo si sono alleate per fronteggiare in qualche modo il nuovo interlocutore.
Ma c'è chi non sopporta gli alieni e la loro indifferenza, in particolare Egon Varga, che vuole interrompere a tutti i costi questa impasse organizzando il rapimento di un marziano, anche a costo di mettere la Terra in pericolo.
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La mia opinione:
Quando i personaggi sono più importanti della storia
In genere in un romanzo la trama è l'elemento principale poi i personaggi, se ben pensati e rappresentati, servono a dargli più o meno valore: in questo caso la struttura stessa con cui è stata scritta quest'opera mi ha portato in primis a vedere i personaggi e poi a considerare la storia solo come avvenimenti che hanno fatto in modo che le loro vite si incrociassero. La questione è se siamo guidati dal destino e a volte le nostre azioni sono pilotati dagli eventi che ci travolgono oppure se il nostro carattere è tale per cui certe situazioni in cui ci veniamo a trovare siano una loro diretta conseguenza. Ne "La vanità delle cose" ogni capitolo viene vissuto in prima persona da uno dei protagonisti in modo da poterne capire le varie sfaccettature, l'evoluzione nella storia e quanto di questa dipenda soltanto da lui o dalle scelte degli altri o, più spesso, dall'incrociarsi di diverse volontà.
Nel corso della storia ci emozioniamo per il giovane Berto o apprendiamo le difficoltà psicologiche di padre Camboni o vediamo la caparbietà della giovane Golda e persino ci vengono evidenziate le sensazioni,semplici ma profonde, provate da uno dei cani presenti nella storia con reazioni guidate dall'istinto e dall'amore.
Questo non vuol dire che nel romanzo non siano presenti argomenti interessanti, tutt'altro: si passa dalle questioni religiose (ammetto che in tanti anni di lettura non avevo mai affrontato l'argomento di cosa significherebbe per la chiesa la scoperta dell'esistenza dei marziani ed il quesito se anche loro hanno un'anima ma non è l'unico tema presente in quest'opera) a quelle sociali (le lotte di classe di inizio '900 in cui è ambientato o l'influenza in tutti i campi che la sola presenza degli alieni comporta) da quelle psicologiche (l'influenza dei santoni o dei superiori) a quelle morali. Quest'ultima è quello che io ho trovato come base di questo libro: è più cattivo uno che trama e uccide seguendo uno scopo e un'obiettivo che a lui pare giusto oppure chi per noia si limita ad osservare gli altri esseri viventi, come formiche in un formicaio, e pur avendone i mezzi non interviene per aiutare i deboli, migliorarne le condizioni e salvare chi è in pericolo?
Non mancano nemmeno i colpi di segna e i capovolgimenti e quando pensate che il racconto stia tirando i fili finali la storia riprende quota e si riavvia.
Per finire non posso non segnalare delle gemme presenti all'inizio di ogni capitolo: si tratta di brani più o meno famosi di personaggi storici, come Piero Gobetti, Gabriele D'Annunzio (per me un vero gioiello), Benedetto Croce, Benjamin Disraeli ed altri, adattati alla presenza dei marziani sulla Terra (non so se gli articoli de La stampa sono anch'essi tratti da pagine realmente stampate)
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